Per un musulmano che ha vissuto in Italia tutto il pontificato di Giovanni Paolo II, attento al fenomeno dello sviluppo della società multietnica ed al dialogo interreligioso in questo Paese, il decesso di questo grande Pontefice è un momento di un immenso dolore. In questi lunghi e difficili anni per la pace e la convivenza tra i popoli, il lavoro svolto dal pontefice, dall’ordine dei frati francescani di Assisi, dalle organizzazioni e movimenti pacifisti, dai sindacati e dai partiti democratici ha fatto grandi passi. Nel lontano 1986, in quell’era di costante pericolo di scontro armato tra le due super potenze, la celebrazione della prima giornata della pace ad Assisi, alla presenza del Papa, del Patriarca della chiesa ortodossa d’Istanbul e della guida spirituale dei Buddisti il Dalai Lama, è stato un grande evento storico. Quell’evento all’ottavo anno di pontificato di Papa Voytila, fu un punto d’arrivo e nel medesimo tempo di partenza per l’avvio del dialogo interreligioso nel mondo. Nello stesso anno, il 13 d’aprile, Giovanni Paolo II il Papa dei cattolici, per la prima volta dopo 2000 anni visitò la sinagoga di Roma. Nel corso di questa storica visita, a nome dei cattolici, chiese scusa al popolo ebraico per tutte le ingiustizie subite in questi ultimi 2000 anni. L’ultimo ed il più criminale, fu lo sterminio del popolo ebraico europeo ad opera del nazifascismo. Ad Assisi dopo pochi anni, cominciarono a partecipare alla giornata della Pace i Muftì, gli Imam e gli Ulama mussulmani e le guide spirituali di altre religioni. Il Papa seguì il suo cammino su questa strada maestra per il raggiungimento della pace nel mondo, visitando il muro del pianto a Gerusalemme e la moschea degli Omayyadi a Damasco. Sono storiche anche le sue visite in altri paesi musulmani come il Libano, la Turchia ed il Pachistan.
Giovanni Paolo II con la lungimiranza saggia e degna di un leader religioso e spirituale, capì l’importanza di questo dialogo interculturale ed interreligioso, per il mantenimento della pace al livello mondiale e per la convivenza civile tra gli appartenenti a diverse etnie e religioni nelle società sempre più multi etniche del mondo economicamente sviluppato. Infatti dagli anni settanta in poi, iniziò lo sviluppo inarrestabile dei mezzi di comunicazione e di trasporto. Di fatto il nostro immenso mondo è diventato il villaggio globale, dove le radio, le Tv ed Internet hanno sostituito il tam tam dei tamburi e gli Air bus le carovane.
La vittoria degli alleati sostenuta dalla resistenza e dalla lotta armata dei popoli oppressi sul nazifascismo, la creazione delle Nazioni Unite e l’approvazione della Dichiarazione dei Diritti Universali dell’Uomo affermarono la dignità e la libertà dell’essere umano. Da sempre ed in particolar modo nel periodo del dopo guerra, gli obiettivi principali di tutti i movimenti di liberazione e delle lotte sindacali nel mondo erano e rimangono: l’indipendenza nazionale, la libertà, la giustizia sociale ed il benessere economico. La libertà e la dignità dell’essere umano in tutte i continenti furono gli obiettivi principali del lungo pontificato di papa Vojtyla. Ecco perché questo Papa è piaciuto anche ai non credenti, ed ai credenti in altre religioni e naturalmente anche ai musulmani. Solo un uomo della sua esperienza, preparazione culturale e modeste origini poteva capire e svolgere magnificamente la sua missione. L’infanzia e l’adolescenza vissuta da orfano, gli anni del seminario cattolico, il faticoso mestiere dell’operaio in fabbrica, la vita da attore teatrale,la vita da soldato, l’esperienza dell’invasione e la devastazione del proprio paese (Polonia) da parte dei nazisti, assistere all’eliminazione fisica dei patrioti resistenti e degli ebrei polacchi, l’abbraccio della missione sacerdotale, avere la fortuna d’incontrare un maestro di grande qualità come il primate di Polonia il cardinale Bershineski, che lo scelse da giovane e lo istruì per la carriera ecclesiastica, vivere in un paese governato da un regime sottomesso alla potenza straniera e dittatoriale come quello polacco di dopo guerra, conoscere le più importanti lingue europee ed in fine essere di bell’aspetto, sportivo e socievole hanno fatto si che Karol Vojtyla diventi probabilmente uno dei più amati pontefici della storia della chiesa cattolica. Questo Papa è piaciuto agli ebrei ed ai musulmani, in particolar modo a quelli come me che hanno avuto l’occasione di conoscerlo meglio da vicino in Italia.
Unendomi da giorni a milioni di persone nella preghiera per la sua salute ed in questa triste ora (21,37 del sabato 3 aprile 2005) per la pace della sua anima, mi auguro vivamente che per il bene del mondo intero, il prossimo Pontefice continui la strada intrapresa dal Papa Giovanni Paolo II.
3 aprile 2005 – Copyright Hossein Fayaz – Tutti i diritti sono riservati all’autore – info@fayaz.it
Pubblicato nel quotidiano La Voce di Romagna, 3 aprile 2005