Papa Vojtyla, lezioni universali per tutte le religioni
Oggi
milioni di cattolici, cristiani, musulmani, ebrei, credenti e non credenti
danno l’addio a Giovanni Paolo II. Il funerale di questo Papa (venerdì 8
aprile 2005) fino ad oggi, sarà
probabilmente uno degli eventi
con maggiore partecipazione di cittadini e leader politici di tutti e
cinque i continenti. Come evento mediatico, è
probabile che sia uno dei più seguiti. Tutto questo indica che Karol Vojtyla,
il Papa polacco è universalmente riconosciuto un leader mondiale, titolo che
ufficialmente spetta a Koffi Annan il segretario generale delle Nazioni Unite in quanto rappresenta tutte la nazioni ed i popoli del
pianeta. Sappiamo bene che l’Onu per le riforme mancate, ad esempio
eliminazione del diritto di veto di 5 super potenze e per
lo statuto antiquato, anche se indispensabile, rimane fortemente indebolito. Nessuno
capo di stato o di governo può dirsi un leader mondiale ed essere amato,
seguito e rispettato da una stragrande maggioranza della popolazione di questo
pianeta. Il Papa è considerato leader mondiale non perché i cattolici sono la
maggioranza della popolazione del nostro pianeta, in quanto
i musulmani, i buddisti e gli induisti sono più numerosi, ma perché di fatto ha
conquistato questa posizione nei cuori e nelle menti di milioni di persone,
perché nei 26 anni e mezzo di pontificato è stato sempre coerente con il suo
credo e con la sua missione. Per l’uomo della seconda metà del ventesimo secolo,
la libertà, il rispetto delle sue scelte politiche e religiose, l’eguaglianza sessuale e razziale, il diritto alla
giustizia, al lavoro, al benessere economico, alla salute, allo studio, alla
previdenza sociale ed alla pensione, sono divenuti irrinunciabili. Nell’ottobre
del 1978 al momento della sua elezione, Papa Giovanni Paolo II, ha riassunto
tutti questi diritti basilari dell’uomo in due principi “la libertà e la
dignità umana”. In quella data questi basilari diritti sanciti nella
Dichiarazione Universale dell’Uomo, approvata dall’Assemblea Generale delle
Nazioni Unite nel 1948, non erano rispettati in una larga parte del mondo. Oggi,
all’inizio del terzo millennio, al momento del decesso di questo Papa, nelle
vaste aree dell’Asia, dell’Africa e dell’America latina e in qualche paese
dell’est Europa, il rispetto dei Diritti
Umani rimane ancora l’emergenza numero uno. A livello
planetario I 26 anni di pontificato di Giovanni Paolo II, hanno testimoniato la divulgazione di governi
democratici in numerosi paesi.
Papa
Vojtyla instancabile missionario, ha percorso costantemente per largo e per
lungo la terra ripetendo e ricordando con i suoi discorsi il rispetto di questi
diritti, ai potenti ed ai dittatori di turno, infuocando le masse oceaniche affinché
li rivendicassero tutti i giorni severamente. E’ stato un difensore della pace
e fermamente contrario all’invasione dei piccoli stati da parte delle super
potenze. Ha creduto sempre nel ruolo delle Nazioni Unite per il mantenimento
della pace e per le ingerenze umanitarie. Ecco perché questo
Papa è piaciuto a tutti indistintamente. Ha sempre capito l’esigenza
numero uno dell’uomo moderno e si è fatto portavoce di miliardi di persone in
tutto il mondo. Di conseguenza ha conquistato sul campo il titolo di leader
mondiale. Anche se le sue posizioni conservatrici riguardo i
diritti civili come il divorzio, l’aborto e l’uso dei contraccettivi non gli
hanno permesso di ottenere il Nobel per la Pace, rimane sempre un Papa grande
per tutti.
Gli
altri capi religiosi universalmente riconosciuti che nel mondo hanno
rivendicato in questi anni il diritto del loro popolo e degli altri popoli
all’indipendenza e alla libertà dalle tirannie, sono: il Dalai Lama per i
tibetani ed i buddisti, L’Ayatollah Khomeini all’epoca della rivoluzione per
gli iraniani ed i musulmani sciiti ed ultimamente l’Ayatollah Ali al Sisstani
per gli iracheni ed i musulmani sciiti.
Il
pontificato di Giovanni Paolo II, iniziò con la rivoluzione iraniana nel
1978 – 79. Milioni di iraniani, contro il regime
dispotico dello Scià Mohammad Reza Pahlavi, riempirono le piazze e le strade
delle città di quel paese, rivendicando l’indipendenza e la libertà che
conquistarono il 10 febbraio 1979. Mentre il
pontificato di questo grande Papa stava per terminare, gli ucraini in Europa e
poi i gerghizi nel cuore dell’Asia, hanno riempito le piazze ed ottenuto la
democrazia e la libertà contro i loro dispotici governi e brogli elettorali.
Karol
Vojtyla capì il suo temo, la mia profonda
preghiera da musulmano va per la pace eterna della sua anima. Per il bene
dell’umanità mi auguro che il nuovo pontefice proseguirà con perseveranza il suo cammino, tristemente interrotto
sabato 2 aprile 2005 per volontà di Dio.
7 aprile 2005 - Copyright Hossein Fayaz - Tutti i diritti
sono riservati all’autore - info@fayaz.it
Pubblicato nel quotidiano La Voce di Romagna, 8 aprile 2005
Hossein Fayaz, nato in Iran, è un ex importatore diretto di tappeti
orientali, autore di numerosi libri ed articoli che da quasi quaranta
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